2.235 circa. I kilometri che separano Valencia da Bratislava. Dal mare ai monti del centro-est Europa. Una gita, non scolastica certo, almeno non per i romanisti che insieme al Castello di Devin speravano di vedere una Roma diversa da quella vista in Spagna. Pimpante, ma non solo. Cinica e “barcellonesca”, per dirla alla romana. Ci si accontenta? Non credo. Anzi. “Peccato, siamo stati sfortunati” direbbe qualcuno. “Forse manca qualcosa”, direbbero altri. Fatto sta che le parole non servono più… Identità nascosta – Donde sta el Barcelona? Distante sicuramente. E non solo per i kilometri che separano da Trigoria. Il gioco spagnolo ancora si vede poco. Mancano molti particolari e forse qualche interprete non è proprio adatto. Fatto sta che in un primo tempo anomalo per la mancata presenza di Totti e Borriello ecco la carta Okaka. Una novità, unita a quelle di Brighi e Simplicio, “rinforzi” autentici del centrocampo in questo periodo di magra. Accanto a lui Bojan e il giovane Caprari con Viviani in mediana e Cassetti nuovamente trasformato in centrale. In porta il debutto dal primo minuto dell’olandese Stekelenburg, inoperoso fino al momento del gol. La Roma non punge, mantiene saldo il possesso palla per tutti i primi quarantacinque minuti (alla mezz’ora la percentuale era 67% contro il 33%), permette spesso allo Slovan di ricomporsi e crea occasioni da gol soltanto con Caprari. Il numero 47 ha voglia e grinta. Impegna al 7° Putnocky e si divora il vantaggio al 20° con un piatto a fil di palo su assist di Cicinho. La precisione però non c’è e ne sa qualcosa anche Okaka che con il suo piede spara alto a pochi passi dal portiere. Palo e buonanotte – Nella ripresa il coraggio slovacco esce fuori. Kladrubsky sfiora il vantaggio con un tiro dal limite dell’area mentre la Roma cerca di organizzare nuovamente i pezzi del suo puzzle. Brighi, anonimo fino a quel momento, lascia spazio a Perrotta (convalescente). La Roma continua a far girar palla e la geniale invenzione di Simplicio per Caprari è quasi un miraggio che il giovane Primavera stampa sul palo alla sinistra di Putnocky. Sembra il preludio al gol. Totti sostituisce Caprari, Borriello rileva Okaka ma all’80° la doccia fredda. Corner dello Slovan e testa di Dobrotka, Stekelenburg non trattiene. Parte la musichetta del più classico thriller. Il coltello che infilza la schiena attraversa la maglia giallorossa. E quattro minuti dopo Sebo manca il colpo di grazia a tu per tu con Stekelenburg, salvato dallo scudo Burdisso. Tra mercato e trabajo - A vedere la Roma la speranza che il campionato non parta il 28 cresce sempre di più. A sentire Luis Enrique però i miglioramenti ci sono anche se l’assimilazione delle nuove trame è ancora lontana dal completamento. I rinforzi servono o meglio serve chi si possa integrare realmente con i nuovi scenari costruiti ad hoc dal regista asturiano. Il prossimo film però uscirà nelle sale a breve. Il cinema Olimpico lo trasmetterà il 25 agosto. Mettiamoci comodi allora, in attesa di uno spettacolo diverso… |