Se di spada o di fioretto non importa. La Roma sfata due tabù in un colpo solo nel fortino amico, quello dell’Olimpico. Una casa in pratica stregata dove non si vinceva dal 22 maggio scorso e dove Slovan Bratislava, Cagliari e Siena erano riuscite ad uscire con il sorriso stampato sulla loro faccia. Ci volevano la sterzata di Parma, l’arrivo di una delle squadre più in forma del torneo e la capacità di Luis Enrique di saper adattare i giocatori gestendo e modificando i suoi ferrei dettami d’inizio campionato. La Roma vince a Roma e, soprattutto, riesce a segnare più di un gol in 90 minuti. Che si vuole di più?
Riveduto e corretto – La Roma del secondo tempo di Parma deve essere piaciuta molto a Luis Enrique che torna a schierare Bojan dal primo minuto. A sorpresa però non c’è Pizarro ma il redivivo Fabio Simplicio. La novità tattica è quella del centravanti. Non ci sono più due attaccanti esterni ma Bojan e Osvaldo che a turno riescono ad occupare la zona centrale dell’area di rigore avversaria. L’avvio bergamasco, tiri di Padoin e Moralez, lascia qualche dubbio sull’approccio alla gara cancellato però alla prima occasione per la Roma. Totti, al solito, inventa verticalizzando per Osvaldo che calcia trovando sulla sua strada la scivolata di Masiello. Cinque minuti dopo, siamo al 18°, Totti scaglia una sassata dai venti metri, Consigli si supera deviando in corner, restando poi immobile sul susseguente colpo di testa di Burdisso. La palla però termina fuori di poco.
Sorriso e mitraglia – E’ il 20°, De Rossi, da centrocampo, lancia in area Bojan che controlla alla perfezione e batte Consigli in uscita. Tutto in pochi secondi. La rete si gonfia, il pubblico alza le braccia e il sorriso di Bojan si allarga per quello che rappresenta il primo gol in maglia romanista. Lo spagnolo, su di giri, inventa dieci minuti più tardi un’altra grande giocata. Da sinistra si accentra calciando a giro con il pallone che per poco non si infilava nella porta di Consigli. Lo stesso portiere nerazzurro però alza bandiera bianca al 31°: Rosi, di testa, riesce ad imbeccare Osvaldo che scavalca con un pallonetto il portiere, depositando a porta vuota il due a zero. Corsa sotto la Sud e mitraglia compresa nel prezzo, per chi se la fosse persa in diretta durante la gara contro il Parma. L’Atalanta è completamente cancellata e la Roma va vicina al tris con Pjanic che scarica con tutta la rabbia possibile il pallone, colpito al volo, su Consigli. Al 45° invece, Totti, dalla bandierina, tira direttamente in porta beffando il portiere che però ha il tempismo giusto e riesce a fermare la sfera.
Paura e controllo – La ripresa inizia con il più classico degli incubi. Angolo per l’Atalanta e colpo di testa vincente di Denis. L’ostacolo maggiore ora è la paura che la Roma riesce a controllare magistralmente, evitando di affondare e limitandosi alla gestione della partita. Schelotto è un furetto e, nonostante superi di continuo Josè Angel, i suoi cross non arrivano mai a destinazione. Colantuono allora prova a rendere più offensiva la sua squadra inserendo Bonaventura per Brighi mentre Luis Enrique concede la passerella a Bojan sostituito da Borini. Al 24° però il Capitano alza bandiera bianca a causa di un problema muscolare. L’entrata di Pizarro permette alla Roma di ridisegnarsi con Pjanic trequartista alle spalle di Borini e Osvaldo. La mossa è intelligente e al 35° porta al tris. Fabio Simplicio serve al limite dell’area Pjanic che restituisce la sfera al brasiliano in area, tocco morbido e palla che scavalca Consigli per la gioia del brasiliano improvvisamente tornato utile alla causa. Il finale diventa cosi una passeggiata sul prato che oggi torna ad essere verde smeraldo, per una Roma finalmente luccicante.
Roberto Rapaglià |