Se la sfida tra Fiorentina e Roma doveva dire chi merita di piu' di conquistare il quarto posto che garantisce l' ultimo biglietto per la Champions League, bene il campo dice Roma. I giallorossi sovrastano nel gioco e nella corsa i rivali, vincono il confronto anche se il risultato, poi, si ferma sull' 1-1 con la Fiorentina che cosi' puo' mantenere un punticino di vantaggio sui giallorossi. Penalizzati, da parte loro, dall'assoluta mancanza di un centravanti. Dall'altra parte invece segna Toni, sempre lui, complice una svista arbitrale che lo lascia libero di andare alla conclusione vincente nonostante fosse in fuorigioco sull' assist di Jimenez. E quel gol 'rubato' e' come una maledizione per i viola che da quel momento subiscono la reazione della Roma, costringendoli ad una gara di sofferenza. Il fortino di Prandelli cade al 27' della ripresa grazie ad una botta di Cufre', dimenticato a due passi dalla porta da Jorgensen. E' pari, ma quanto e' bella la Roma rispetto alla Fiorentina. La squadra di Spalletti esce da questo confronto solo con certezze in chiave Champions: le trame di gioco ci sono e pure belle, le gambe girano a mille nonostante il primo caldo di stagione, la rabbia agonistica e la concentrazione sono alte e il calendario, almeno quello di domenica, gioca per loro. La Roma riceve il Lecce, la Fiorentina va a far visita alla Juve. E a dimostrare la supremazia della Roma c'e' un elemento chiaro: il suo portiere non e' stato mai impegnato dopo il gol subito da Toni. Sono proprio le prestazioni dei due portieri a raccontare che tipo di gara e' questo corpo a corpo per la volata Champions. Se Doni e' inoperoso, Lobont fa i miracoli. Con la Roma che sale in cattedra, dopo lo choc dello svantaggio iniziale (che porta anche all' ammonizione di Mexes per un colpo a Toni al 4'), il numero uno romeno riconquista la stima di tutti dopo il disastro della gara col Milan. I suoi guantoni si ergono a linea Maginot davanti alle offensive romaniste: prima annulla una incursione di Perrotta, poi esce alla disperata su Rosi fino a compiere la prima prodezza (36' pt) su un colpo di testa di Perrotta indirizzato all' angolo basso alla sua sinistra e sull' angolo successivo si oppone alla conclusione di Taddei. Il momento d'oro del portiere continua ad inizio ripresa quando la Roma riparte a mille e ancora Perrotta mette Taddei solo davanti alla porta ma la conclusione e' centrale. La pressione romanista e' costante, la Fiorentina riesce raramente ad uscire dal guscio e lo fa con qualche contropiede che non produce alcun pericolo. Cosi', aggrappata alla rete di Toni, la 26/ma, che porta l' attaccante sul trono dei realizzatori viola (in una sola stagione solo Hamrin e Batistuta avevano segnato tanto), la Fiorentina arretra metro su metro. Per alcuni tratti della gara la squadra di Spalletti costringe gli avversari nella propria meta' campo. La Roma e' arrembante e la squadra di Prandelli non trova rimedi e soluzioni tattiche per contrapporsi alla forza dei giallorossi: stringe i denti e si difende. I romanisti dominano sulle fasce, mandando in corto circuito Fiore e Jorgensen, Ujfalusi e Pasqual. Bojinov prende il posto di Fiore, Montolivo quello di Toni che esce stremato e con i crampi. Kharja entra per Dacourt e porta forza nuova, Okaka prende il posto di Rosi per dare piu' peso all' attacco. La Roma insiste, stessa intensita', dall' inizio alla fine. Gli sforzi sono premiati al 27' della ripresa quando Panucci trova il cross giusto, Cufre' stacca di testa e Lobont fa un altro miracolo, ma sulla respinta il difensore, lasciato libero di agire da Jorgensen, batte a rete e segna. Il pari e' una liberazione per la Fiorentina: da quel momento ricomincia a giocare costringendo la Roma ad arretrare. Ma non ci sono piu' tempo e forza per ribaltare le sorti della partita. La Roma fallisce l' assalto al quarto posto, ma da' la sensazione di averlo a portata di mano perche', pur priva di attaccanti di ruolo, nel gioco e nella gambe e' un' altra cosa rispetto alla Fiorentina. |