Domani alle 18:45 la Roma affronterà l'Athletic Club al San Mamés di Bilbao, nel match di ritorno degli ottavi di finale di Europa League. Da Bilbao, Claudio Ranieri è intervenuto nella consueta conferenza stampa della vigilia. Ecco le parole del tecnico giallorosso.
La settimana scorsa la partita l'ha vinta con i cambi. Quanto incidono i 5 cambi nella partita? Oppure, come dice Allegri, l'allenatore bravo è quello che fa meno danni?
"Sicuramente è vero che un buon allenatore è quello che fa meno danni. Io lo dico sempre, la forza di un allenatore sono i suoi giocatori. Io ho la fortuna di avere giocatori forti che mi seguono. Sanno che se sbaglio lo faccio in buona fede, senza nessun'altro motivo se non quelli di cercare di aiutarli al massimo della mia possibilità. Poi avere cinque giocatori che meriterebbero di essere titolari e non giocano ma capiscono, visto che ognuno di noi è un po' permaloso. Loro sanno che per me ognuno di loro è differente. Nel corso di una partita ci sono tante partite al suo interno, e questi ragazzi mi permettono di aiutarli cambiando alcune cose. La mia fortuna è avere questi ragazzi a disposizione".
Secondo lei è riproponibile fare la partita dell'andata?
"Credo che dentro una partita ci siano tante partite, una non è mai uguale a un'altra. Con il pubblico dalla sua, sono convinto che l'Athletic spingerà più. Noi dobbiamo essere bravi a fare il nostro gioco senza paura, cercando di attaccare e difendere come stiamo facendo ultimamente".
Il mister interviene su una domanda fatta a Dybala sul fatto che sia diventando un leader anche grazie a lui.
"Non è solo un leader carismatico, tecnico, è diventato leader in tutto e per tutto, perché leader significa sentirsi partecipi delle sorti di una squadra, perché parliamo di uno sport di squadra, e io ho leader che si sentono così. Tutto quello che fanno lo fanno per il bene della squadra e lui questo lo ha capito benissimo e lo sta portando avanti, come hanno fatto altri suoi compagni".
Entrerete in campo per vincere o pensate al fatto di avere 2 risultati su 3?
"Io dico che dobbiamo entrare in campo e fare il nostro gioco sapendo che davanti abbiamo una squadra bella, tosta e compatta, che farà di tutto per vincere la partita. Se entriamo in campo con la paura l'idea che il pari potrebbe andare bene, la andiamo a perdere. Già l'ho detto a loro: facciamo la nostra partita come siamo abituati a fare. Attacchiamo in 11 e difendiamo in 11, conosciamo i nostri pregi e i nostri difetti, dobbiamo cercare di nascondere i nostri difetti il più possibile. Sappiamo quali sono".
La partita di domani può essere un bivio decisivo della stagione?
"Questo lo sapremo solo vivendo le cose. Io dico ai ragazzi di cancellare ogni volta la partita precedente, sia che si è vinta sia che si è persa. Quello che abbiamo fatto non macina più, acqua passata non macina più. Noi dobbiamo pensare alla partita di domani, poi passato domani ho già pronti i video del Cagliari. Io ragiono così, una partita alla volta. Non ricordo il risultato della partita di due giorni fa e non ricordo i giocatori, sono concentrato su questa partita, sono fatto così e chiedo alla squadra di fare questo. Non mi interessa se passiamo o no, se è il bivio o no. So che domani c'è una grossa partita, domenica anche. Quello che cerco di fare è cercare di tirare fuori il massimo da me stesso e dalla squadra, partita per partita".
Lei a Bilbao ha vinto per la prima volta nel 1996. Vinse 3-0 con il Valencia: è orgoglioso di essere qui 30 anni dopo a giocarsi una partita importante?
"Lo scorso anno sapevo di smettere, quindi ogni volta che andavo all'Olimpico o a San Siro pensavo 'questa è l'ultima volta che lo faccio'. Chi pensava di essere alla Catedral, in Spagna, oggi? Sono orgoglioso, ma quando non allenerò più e vedrò quello che ho fatto, andrò a rivedere più le cose che ho sbagliato, essendo severo con me stesso, e dirò "qui potevi fare meglio". on ho problemi ad affrontare le cose sbagliate, come non mi fanno andare di testa le cose che ho fatto bene. Metto tutto nel calderone. E sono un uomo fortunato. Fortunato di allenare da tanto tempo, perché sto con i giovani e così si resta giovani e perché faccio un lavoro che amo, che mi sono scelto e che ha dato da vivere alla mia famiglia. Non tutti possono dire lo stesso, sono fortunato e sono contento".
All'andata la Roma ha preso gol su palla inattiva. Ne ha presi 7 in stagione in quella situazione. Pensa di dover cambiare qualcosa? O ritiene che sia una questione di concentrazione?
"Non si può cambiare dall'oggi al domani. Anche se ho fatto sia la marcatura a zona che a uomo. Quando parlavo dei difetti, mi riferivo a questo. Loro fanno dei calci piazzati un fiore all'occhiello. Bisognerà essere molto attenti".
Il mister interviene su una domanda rivolta a Dybala sulle sue condizioni fisiche.
"Ho la fortuna di avere uno staff meraviglioso. Io sono la punta dell'iceberg, c'è un nucleo di persone che lavorano giorno e notte per far star bene i giocatori. Non c'è una sola persona, ma uno staff intero che studia con gli esercizi da far fare ai giocatori e e quanto riposo dare. E' un di componenti, non esiste un esercizio preciso. Tutto un insieme di cose che permette ai calciatori di infortunarsi il meno possibile. Era uscita una statistica sui pochi infortuni e si è subito fatto male Celik e questo è un guaio, ma questo è il calcio. Auguriamoci che siano solo piccole interruzioni e che non ci sia un grosso infortunio".
Saelemaekers nelle ultime partite è spesso subentrato. C'è un motivo?
"No, come non giocava Hummels, non giocava Saelemaekers. Ce ne ho tanti, giocano bene, se qualcuno riposa non succede niente. Poi è sempre entrato bene, con assist o gol. Sono contento così".
Che ricordo ha del San Mamés? Quale sarà la chiave della partita di domani?
"Lo stadio è una meraviglia, complimenti per tutto. La chiave? Spero che sia italiana. Giocheremo contro una grande squadra, veloce e che gioca in maniera diretta, sono una squadra spagnola atipica, che non tiene la palla a lungo. Sappiamo quali sono i punti forti, vediamo cosa succederà".