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(22/03/2025) A.S. Roma

Pisilli: Restare a vita? La Roma va meritata. Ranieri ha portato calma, Dybala è un esempio

Niccolò Pisilli ha rilasciato un'intervista a Sportweek, settimanale de La Gazzetta dello Sport. Il centrocampista della Roma si è raccontato a tutto tondo, parlando del suo rapporto con il club e di questo suo inizio di carriera. Ecco le sue parole.

Niccolò, mai fatta un'intervista così, centrata su di te?
"No, è la prima...".
 
E allora partiamo dalla Roma, argomento che conosci bene, visto che vieni qui da quando avevi 8 anni. Che cosa ricordi di quell'inizio?
"I tre provini a Trigoria, partitelle tra ragazzi selezionati. E l'emozione per la consegna del kit giallorosso. Non mi aspettavo nulla, ma ci tenevo tantissimo visto che sono sempre stato tifoso della Roma. Mia madre me l'ha comunicato nascondendomi la lettera della società sotto la tovaglia mentre eravamo a pranzo...".
 
Dagli 8 ai 20 anni qui. Hai visto tante cose cambiare, tanta gente passare.
"E' vero, è cambiato anche il centro sportivo, si è evoluto con nuovi campi, la scuola, la fisioterapia. Sono cose che possono fare la differenza, soprattutto nel settore giovanile. Ho lavorato con tanti allenatori diversi, importanti, come Marco Scisciola, che purtroppo non c'è più. In prima squadra sono arrivato che c'era Mourinho, uno che non ha bisogno di presentazioni. Poi De Rossi, che ha avuto il coraggio di buttarmi dentro contro la Juve, gli sarò sempre grato. C'è stato Juric, uomo di grande esperienza. E adesso mister Ranieri".
 
Con lui qualcosa è cambiato.
"E' riuscito a riportare calma e serenità, eravamo scossi dal periodo negativo che stavamo vivendo e che nessuno si sarebbe aspettato. Il mister con la sua carica, con la voglia che ci trasmette, ci ha aiutati a risollevarci. Come ha fatto? Forse il segreto è fare le cose in modo semplice".

Ci racconti l'approccio con i compagni in prima squadra?
"Ero timido, sono così di mio, ero l'ultimo arrivato. Avevo un po' paura a muovermi per non sembrare di troppo. Mi ha aiutato molto Edoardo Bove; non ci conoscevamo prima, ma veniva dal settore giovanile come me e mi dava consigli su cosa fare e come comportarmi, è stato fondamentale".
 
Come hai vissuto la sua vicenda?
"Stavo guardando la partita, mi sono spaventato molto. Ho temuto per la sua vita. Se ci sentiamo? Ogni tanto, ma non lo tempesto di messaggi su visite mediche o altro. Al di là del regolamento, che ovviamente va rispettato, è un peccato per il calcio italiano perdere un giocatore come lui. Ci metteva passione, ci metteva tutto. Grande persona e grande calciatore".
 
Adesso come va con i "grandi"?
"Meglio, sono entrato bene nel gruppo. Quando stiamo insieme ci divertiamo e anche questo è un piccolo segreto per far andare bene le cose. Sono tutti molto simpatici, Mancini fa molto ridere e mi trovo molto bene con Baldanzi".
 
Dybala com'è?
"In campo, lo vedete tutti. Fuori è ancora meglio, è un campione che aiuta tutti e ha sempre una parola buona. Se ne potrebbe fregare, invece è un esempio in tutto quello che fa".
 
Dei nuovi chi ti impressiona di più?
"Sono tutti grandi giocatori, ottimi acquisti. Forse non pensavo che Saelemaekers fosse così forte".
 
Hai da poco firmato il rinnovo: 2029.
"Sono molto contento, ma devo continuare a migliorarmi e dimostrare che la società ha fatto la scelta giusta".
 
Oggi esiste ancora possibilità di rimanere con lo stesso club per tutta la vita?
"Penso di sì, ma le cose vanno meritate. La Roma va meritata. Spesso poi la scelta non è del giocatore, bisogna essere tutti d'accordo, bisogna dimostrare il proprio valore tutti i giorni sul campo. Se uno rende e vuole rimanere in un posto e la società è felice, certo che si può fare".

La tua caratteristica migliore?
"Mi riconoscono di essere un bravo ragazzo e un grande lavoratore. E che tengo tanto alla Roma".
 
Si vede anche in campo. Da tifoso come si affronta il derby?
"E' qualcosa di incredibile, hai un'adrenalina clamorosa. Quest'anno l'ho giocato per la prima volta, la passione che ti trasmettono i tifosi è fuori dal comune. Sono unici, il loro appoggio è continuato con tutti gli allenatori, i giocatori, la loro lealtà verso la squadra è speciale, non la trovi altrove".

Ormai fai parte del progetto di Spalletti, ma prima di parlare di Nazionale toglici una curiosità: un ragazzo del 2004 ricorda l'Italia al Mondiale?
"Ricordo il pallonetto di Quagliarella in Sudafrica 2010: il giorno dopo con gli amici abbiamo provato a rifarlo al mare, quelle cose che si fanno da piccoli. E di quello in Brasile nel 2014 ricordo la delusione...".
 
E poi addio Mondiali...Quanto è importante per un calciatore prenderne parte?
"Quando un bambino inizia a giocare, sogna esattamente questo. So che per me adesso il sogno si è trasformato in obiettivo, ma so pure che per raggiungerlo devo lavorare tanto, migliorarmi ancora, la concorrenza è molto alta. Nello spogliatoio c'è voglia di rivalsa, non è possibile che una Nazionale come quella italiana manchi il Mondiale per la terza volta, chi veste quella maglia lo sa perfettamente. Spalletti? Per lui ho una stima enorme, mi ha fatto esordire e posso solo ringraziarlo. Mi ha sorpreso la sua gestione del gruppo, lo ascoltano tutti. Riesce a trasmettere il suo pensiero in poco tempo, non è per niente facile".

Il tuo idolo da bambino?
"Se devo fare un nome, dico Claudio Marchisio, per le sue caratteristiche, gli inserimenti e i movimenti. Forse idolo è troppo, ma l'ho sempre apprezzato molto".
 
Altre passioni, oltre al calcio?
"Sono un ragazzo abbastanza semplice, studio Scienze della Comunicazione, mi piace il tennis, ascolto musica, esco con gli amici, guardo serie tv, Lupin su tutte, e ora sto leggendo un libro su come trattare il prossimo. Social? Non ci sto troppo dietro, ma riesco comunque a vivere da ventenne. Mi piace andare a mangiare in centro e se qualcuno mi riconosce sono contento, non mi pesa fermarmi per un selfie, anzi. E comunque a Casal Palocco, dove sono nato, le persone non mi vedono come un calciatore, sono ancora solo Niccolò. E' un bene".
 
Sei attento al tuo look?
"Mi piace essere alla moda, andare a comprare qualche vestito se posso, non sono un intenditore. Nello spogliatoio c'è chi è molto più fissato di me...Un nome? El Shaarawy, ma non è l'unico".
 
Vita sentimentale? Abbiamo letto di una storia con la nipote di Bruno Conti.
"Non amo parlare di queste cose, posso dire solo che oggi sono molto felice".
 
Tu non hai ancora votato, ti interessa la politica?
"Non ho votato ma so che è un aspetto importante. Tutti dovremmo occuparcene, tutti siamo padroni del nostro destino e dobbiamo scegliere chi ci rappresenta".
 
Sai di essere nato lo stesso giorno di Paolo Rossi?
"No, non lo sapevo! Io non l'ho vissuto ma so chi è e ne ho sentito parlare tanto, specialmente da mio padre. Ho capito che è stato un grandissimo calciatore e una grandissima persona".
 
Tra dieci anni come ti immagini?
"Spero felice, un giocatore migliore, con qualche trofeo magari. E soprattutto spero di restare una persona umile, buona, che si comporta bene con gli altri".

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