Roma “specialista” degli spareggi. Dopo Mourinho e De Rossi, tocca a Ranieri

Il playoff in fondo è come una finale, come quelle di una volta, che in coppa Uefa si giocavano andata e ritorno. La Roma, negli ultimi anni, s’è fatta una certa esperienza, tra turni preliminari e spareggi. In Conference, in Europa League e in Champions, guarda caso, con il Porto, avversario di domani. Nel 2016 era un turno preliminare, che dava accesso alla Coppa più importante, quello di domani è un altro dentro o fuori per accedere agli ottavi di finale. Si ripete la storia, che fin qui non è stata negativa se restiamo nello specifico. E’ toccato a José Mourinho, due anni fa (l’anno precedente vinse la Conference, arrivando dal preliminare giocato con il Trabzonspor), è toccato anche a Daniele De Rossi, che era appena arrivato al posto dello Special e si è subito sottoposto al battesimo del fuoco in Europa.

 

Josè veniva da un girone non da brividi, ma la sua Roma aveva compromesso subito il passaggio del turno con la sconfitta in casa del Ludogorets. Al playoff gli era toccato il terribile Salisburgo, di Okafor ma soprattutto di Gourna-Douath, che oggi stiamo imparando a conoscere da queste parti. Quella Roma, come si ricorderà, finisce la sua corsa in finale, perdendola contro il Siviglia. Si ferma in semifinale (con il Leverkusen) invece l’avventura della Roma nella stagione successiva, quando Mou (arrivato di nuovo secondo nel girone) regala a De Rossi il secondo playoff di fila, stavolta contro il Feyenoord, sconfitto dallo Special nella finale di Conference due anni prima. La Roma bestia nera degli olandesi di Slot, che in quell’occasione spera di invertire la tendenza negativa. E invece? Niente. Ottavi e quarti finiti in trionfo contro il Brighton di Roberto De Zerbi e il Milan di Stefano Pioli.