Questa mattina la Roma ha comunicato in modo inatteso l'esonero di Daniele De Rossi. Inevitabilmente il pensiero quindi torna alle parole di Francesco Totti, nell'intervista rilasciata a Il Messaggero la settimana scorsa, che ora suonano come profetiche. Del resto era stato lo stesso ex capitano a dire di aver parlato spesso con De Rossi. Probabilmente quindi, qualche crepa già c'era e le divergenze degli ultimi giorni hanno contribuito a trasformarle in una frattura insanabile. Ecco alcuni passaggi di quell'intervista, a proposito di De Rossi.
Un errore che De Rossi non deve commettere?
"Deve chiudersi in se stesso e parlare con chi di dovere. Deve soprattutto farsi rispettare".
Quando utilizza l’espressione "chi di dovere" a chi si riferisce?
"Al suo staff, alle persone che sono vicino a lui, quelle in grado di dargli una mano, che cercano di fargli capire gli errori. Daniele ha un gruppo di lavoro forte, valido. Mi auguro e penso che ci riuscirà perché conosce bene la piazza, l’ambiente e la società".
Altrimenti rischia di diventare un parafulmine…
"Daniele è il parafulmine. E chi ci rimette è lui. Però, ripeto, fortunatamente è uno che conosce tutto e tutti".
Così non rischia di diventare il nuovo Mourinho?
"Certamente, anche se in questo momento è l’unico che può fare l’allenatore a Roma. Ma torniamo al solito discorso, se c’è la società forte che esce allo scoperto e parla chiaro sugli obiettivi, allora è tutto tranquillo. In questo modo la piazza sa tutto. Invece ora la colpa, nel caso le cose non dovessero andare bene, ricadrebbe tutta su Daniele. È quello che è accaduto a Mourinho, perché José ci metteva la faccia. Però nessuno lo aiutava, nessuno parlava. Dopo è dura eh, mettersi contro sei milioni di persone. E dura, perché puoi essere chi vuoi, se non porti risultati, diventi il capro espiatorio. Ma Daniele ne è consapevole".