Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Della conferenza di Ranieri mi hanno colpito tre cose. La prima e che mi preoccupa il discorso di Dovbyk, perché il fatto che non stia bene, addirittura la febbre, la prospettiva che non possa giocare è ovvio che mi preoccupi, perché se lui va fuori Ranieri là davanti deve inventarsi i draghi per cercare di fare qualche gol, adesso non so, Dybala centravanti o quant'altro. Perché qua centravanti di riserva veri non ce ne sono e quindi questo è un gran problema. Le altre due sono riferite a due giocatori, uno è Pellegrini e uno è Le Fée. Su Pellegrini devo dire nessuna sorpresa, nel senso che Ranieri ha detto una cosa che io penso da sempre e cioè che Pellegrini per le qualità tecniche che ha deve giocare davanti. Però ora il problema è questo: se lui, con le qualità che ha, gioca davanti e non incide, non serve a niente. Quindi Pellegrini o comincia, quando scenderà nuovamente in campo, a produrre gol e assist con una certa continuità, altrimenti non giocherà, mi sembra molto chiara la situazione. Su Le Fée invece, a parte la battuta su Ancelotti, mi ha un po' sorpreso, perché dice che lui lo vede come playmaker e non mi pare che Le Fée sia venuto a Roma con l'idea di fare il playmaker. Questo significa una sola cosa: che quest'anno Le Fée il campo lo vedrà molto poco, perché se è vero che lui lo vede come playmaker, Le Fée deve andare a scuola ancora, ha molto da imparare, più che in campo deve andare a scuola a studiare il ruolo, perché mi pare che sia pronto a fare qualcosa del genere. Poi se ci metti anche quello che ha detto su Paredes, sul quale mi pare che punti molto, io credo che gli spazi per Le Fée si riducano veramente al lumicino. Magari lo potrà utilizzare qualche volta in caso di necessità, ma mi pare una bocciatura, almeno per questa stagione, abbastanza sonora. Io mi trovo molto in sintonia con Ranieri, nel senso che mi ritrovo nelle sue parole, ma anche in molti concetti che mi capita di esprimere. Nelle tre partite toste noi sapevamo più o meno come sarebbe andata a finire eccetera, archiviamo e andiamo avanti. Però adesso bisogna fare i punti e lui ha fatto un ragionamento corretto, cioè che se nel mese di dicembre la Roma non fa i punti che almeno sulla carta dovrebbe fare, e quindi si rimette in una situazione non dico ottimale ma comunque di relativa tranquillità, allora vorrà dire che da gennaio in poi dovremo prepararci a una stagione di terrore, non si scappa. Aspettiamo la fine del girone d'andata, dopodiché capiremo di che morte dobbiamo morire. È chiaro che tra dicembre, queste tre partite sulla carta facili, quella di Coppa Italia, poi Milan e Lazio, non c'è una svolta abbastanza evidente a livello di punti proprio conquistati, è chiaro che ci dobbiamo mettere l'elmetto e vedere come va a finire, questo è molto chiaro. Lui adesso pretende una risposta dalla squadra. Io non mi faccio incantare tanto dal discorso del dare tutto, il 100%, se dai il 100% va tutto bene... Sì, questo sì, per motivare eccetera, però adesso stiamo entrando in una fase in cui, oltre al 100% e morire sul campo, devi portare a casa i punti e pure parecchi".