Prima di approdare alla Fiorentina, Lucas Beltran era stato anche nel mirino della Roma. Anzi, era stato lo stesso attaccante argentino a scegliere i viola dopo aver declinato l'offerta giallorossa. L'argentino è tornato a parlarne in un'intervista a Cronache di Spogliatoio.
L'amicizia con Dybala?
"Abbiamo ospitato Dybala a casa mia perché giocava nelle giovanili insieme a mio fratello. Lui arriva da un paese vicino alla mia città, quindi invece di fargli fare avanti e indietro sempre, è rimasto da noi per qualche giorno. Quando ero nelle giovanili, lui era in prima squadra, in quella della mia città: lo vedevo come un grande, come un idolo".
Il mancato trasferimento alla Roma?
"Prima di venire alla Fiorentina, Dybala mi ha chiamato: 'Mourinho mi ha detto che ti vuole alla Roma'. Mi aveva già chiamato il direttore sportivo giallorosso, ma io avevo parlato prima con la Fiorentina e i suoi dirigenti. Quando Dybala mi ha contattato, erano i giorni decisivi. Mi ha chiesto cosa ne pensassi, ci siamo confrontati. L'ho richiamato per dirgli che avevo dato la mia parola alla Fiorentina, che si era mossa prima e che la sentivo più convinta: so che si stavano mettendo d'accordo con il River Plate. La Fiorentina appunto era più decisa, la Roma meno: spiegai a Paulo che preferivo una società che mi volesse davvero perché era un passo importante della mia carriera".
Le voci sul Real Madrid?
"Non sono vere. Ho letto anche io questa notizia, ma non so da dove saltasse fuori. Poi come si farebbe a rifiutare il Real Madrid?".
Sul malore di Bove.
"E' un argomento di cui non mi piace parlare, per un motivo: credo che a lui non piaccia tanto ricordare quella sera e il periodo che sta passando. So solo che mi dispiace perché è una bella persona, ha solo un anno in meno di me e a volte mi chiedo se sarebbe potuto succedere a me. Abbiamo vissuto un momento di paura, l’importante è che ora lui stia bene e sia qui con noi, come ha detto a Sanremo si sente incompleto e lo percepiamo. Gli stiamo vicino, lo facciamo sorridere, e poi lui saprà trovare ciò che gli manca. Quando lo vediamo entrare in spogliatoio, lo abbracciamo".