E l'Athletic sta cambiando al passo con la società. Voi Williams avete radici ghanesi, Alvaro Djalo in Guinea Bissau, Boiro in Senegal, Sannadi in Marocco...
"Qui in Euskadi aprono le porte a tutto il mondo, si vive nel rispetto massimo, ti senti appoggiato. Si guarda la persona, non il colore della pelle o l'accento. E nel club dobbiamo tutti essere molto grati a mio fratello Inaki, è stato lui ad aprire le porte, la sua figura è stata fondamentale".
Poi è tornato in Italia a settembre, per sfidare la Roma. Una partita funestata da problemi di ordine pubblico, suo fratello Inaki e il capitano De Marcos sono andati sotto la curva a calmare gli animi. E lunedì Roma e Athletic hanno pubblicato un video congiunto per chiedere tranquillità.
"Esatto. Siamo in Europa, la cosa che più ci piace. Noi andiamo a Roma per dare tutto e per vincere e io penso di godermele come un bambino, che sia così anche per i tifosi".
Quella partita può servire?
"Non so, la Roma ha cambiato ancora allenatore. E ora sta molto bene, ha vinto le ultime 4 di fila. E' una squadra fisica, che ha giocatori di qualità. Uno come Dybala può risolvere la partita in qualsiasi momento, e non c'è solo lui: Angelino ha grandi numeri e dovremo fare attenzione da quel lato. Sono due crack. Sarà dura e aperta, ma noi stiamo facendo un lavoro spettacolare e col ritorno al San Mames siamo contenti: sarà equilibrata ma passiamo noi".
Come descriverebbe la Roma?
"Unità".
Un giocatore?
"Totti, impossibile non parlare di lui".
Cosa chiede alla stagione?
"Una posizione Champions in Liga e la finale di Europa League al San Mames".
E poi? Il suo futuro?
"Felicità".