Paulo Dybala si è raccontato nella nuova puntata di 'A donde vamos cuando soñamos', podcast condotta dalla sua futura moglie Oriana Sabatini. Ecco le parole dell'attaccante della Roma.
Sulla finale del Mondiale: "Quando la Francia segnò il 3-3 mi venne quasi da piangere, mancava davvero poco alla fine della partita. In quelle occasioni, se vai ai rigori perdi. Siamo andati sempre in vantaggio, ma la Francia è riuscita a rimontare".
Se i giocatori pensano alla possibilità di perdere quando vanno sul dischetto per la lotteria dei rigori: "Dipende da come è andata la partita. In quell'occasione sembrava che tutto stesse andando nel verso sbagliato, tutto ciò era successo per poi farci perdere ai rigori. Altrimenti la partita sarebbe finita 3-2 per noi e la Francia non avrebbe pareggiato. Io sono entrato in campo dopo il 3-3, quando la partita era ormai finita, e mi veniva quasi da piangere. Non c'era tempo però né per piangere né per pensare. Le emozioni vengono messe da parte, mi sono solamente concentrato sul rigore".
Come fa a non sentirsi appagato dopo aver vinto un Mondiale: "Per un calciatore è il massimo vincere il Mondiale, ma il mio obiettivo è vincere altri trofei, continuare a segnare e a giocare. Il Mondiale è il massimo, ma io voglio anche altre cose. Dopo il Mondiale con l'Argentina, avevo un'altra finale molto importante da giocare con la Roma. L'abbiamo persa e questa cosa mi ha distrutto emotivamente. Ero completamente a pezzi. Non ce la facevo più, volevo solo tornare a casa e non uscire più. La sconfitta mi ha colpito molto duramente. Per noi, in quel momento, sarebbe stato qualcosa di storico, come vincere la Coppa del Mondo. Per la gente di Roma sarebbe stato qualcosa di unico in tutta la loro storia. E io ero lì da un anno. E tutti mi chiedevano: ma come hai fatto a sentire questa sconfitta così tanto? Io non lo so. Il tempo passato insieme al gruppo squadra, il vivere la città, il conoscere la gente, lo spogliatoio... Mi ha ucciso il fatto di aver perso quella finale. Così ho risposto alla tua domanda precedente... Non c'è paragone tra la finale del Mondiale e quella di Europa League, ma perdere contro il Siviglia mi ha distrutto".
Dà importanza a ciò che fa a prescindere dalla competizione: "Dopo aver vinto il Mondiale potrei pensare 'Allora non gioco più, ho vinto la coppa più importante'. Ma non è così, l'Europa League era importante per me".
Nonostante lo stile di vita molto sano, ogni tanto il corpo gli dice 'oggi mi fa male la gamba'. Come fai a non arrabbiarsi quando gli succede: "Durante la mia carriera ho sempre provato a trovare la soluzione per limitare i problemi fisici. Mi piacerebbe non avere mai infortuni, faccio tutto il possibile per evitarli. E' normale a volte arrabbiarsi o essere frustrati quando succede, ma l'unica cosa che si può fare è andare avanti, recuperare e continuare a lavorare. Non sono uno che si allena, mangia e dorme solamente, seguo costantemente una routine di lavoro e mi prendo cura del mio corpo. A volte ci sono dei fattori che non puoi controllare. Tutto ciò che faccio è quello che il corpo mi permette di fare. Se non mi prendessi cura del corpo magari avrei 10 infortuni e non solamente uno. Grazie al lavoro che faccio limito i problemi fisici".
I suoi idoli: "Guardavo Ronaldinho, Riquelme... Messi era diventato il mio giocatore preferito, adesso ci gioco insieme in nazionale ed è una sensazione strana averlo al mio fianco. Successe la stessa cosa anche con Cristiano Ronaldo. Da vederli solamente da lontano a giocarci insieme è una cosa di folle".
Se ha già pensato al post carriera: "L'ideale sarebbe iniziare a prepararsi qualche anno prima della fine della carriera, anche se è difficile dire quando smetterò di giocare. Sarebbe bello sapere già cosa fare, magari avere già un'azienda, un progetto, e soprattutto quando farlo. In caso contrario non saprei, conosco molti ex giocatori che hanno provato migliaia di cose perché non sapevano che cosa fare".