Buone notizie per la Roma sul fronte stadio. Come scrive oggi Il Messaggero infatti, le analisi effettuate hanno confermato che sotto i terreni di Pietralata non c'è niente di "pericoloso" a livello archeologico, un aspetto fondamentale per qualsiasi tipo di progetto nella Capitale. Secondo i due verbali delle Belle Arti il "substrato geologico sterile è abbastanza superficiale", ovvero non serve scavare molto in profondità. La Soprintendenza in conclusione dice: "In virtù della vocazione estrattiva dell’area non esclude la possibilità, pur in assenza di chiari indicatori cronologici, che il fronte di cava possa risalire all’età antica". In parole povere, essendo la zona delle cave di Pietralata, è possibile che ci fossero delle cave di tufo, che solitamente durante i lavori vengono indagate, documentate e poi viene chiuso tutto.
Il 9 maggio poi c'era stato un altro sopralluogo, con l'assistenza dei Carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio, che ha riguardato il presunto ritrovamento di un manufatto. Riguardo a questo, si legge: "Si prende atto di una recinzione, in gran parte coperta da vegetazione con una porta posticcia sul lato ovest costituita da una rete di letto chiusa con un lucchetto. Da questo punto è possibile scorgere una sorta di approfondimento/buca nel terreno che dovrebbe corrispondere ai cunicoli segnalati dei quali non è stato possibile pertanto prendere visione. Nel tragitto, si nota una buca, abbastanza profonda, all'interno della quale è possibile intravedere l'attacco di una volta di una probabile galleria di cava. Sull'immobile è presente anche un pozzo di forma circolare con pareti intonacate probabilmente moderno". Nessun reperto antico insomma. Ora mancano solo gli ultimi rilievi dei tecnici della Roma nelle ultime aree da esaminare, appena si saranno conclusi i contenziosi giudiziari tra possessori e Comune.