Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"C'è un fatto che mi irrita molto e cioè che le televisioni sistematicamente censurino le proteste nello stadio, perché questo non è giornalismo. Il compito di nascondere tutte le cose imbarazzanti ed esaltare tutte le cose positive è compito degli uffici stampa, quello è compito proprio istituzionale, chi fa il giornalista dovrebbe fare un altro lavoro. Se invece pure lui si mette a nascondere le cose sgradite e a esaltare solo quelle positive fa propaganda, non fa giornalismo. Però ormai viviamo in un'epoca in cui il giornalismo coincide con la propaganda, quindi ormai tutti accettano tutto, però io non lo accetto e lo voglio dire. Le proteste sono tutte sacrosante e vanno tutte consentite, purché siano pacifiche naturalmente. Quindi se la curva vuole protestare fa benissimo a farlo. D'altra parte i Friedkin sono stati abituati troppo bene anche per loro merito, perché loro con l'idea geniale che ai tempi ebbero di portare a Roma Mourinho, hanno guadagnato un consenso e una rendita di posizione nei confronti della tifoseria molto ampia e si erano evidentemente abituati al consenso, ai sold out, 65.000 fissi all'Olimpico e così via. Nel momento in cui il vento cambia, il tifoso mediamente non è più contento, non è più soddisfatto, devi accettare la critica, sennò è troppo facile. Io invece di Mourinho in panchina metto Juric ed è l stessa cosa? Non è la stessa cosa. Invece di vincere un trofeo e sfiorarne un altro, come ho fatto con Mourinho, non vinco niente e non ho nemmeno la prospettiva di farlo è la stessa cosa? Non è la stessa cosa. Il pubblico ha tutto il diritto di manifestare il proprio dissenso e la società deve starci, perché fa parte del gioco. Si continua a parlare di Mourinho per coprire le cose di oggi, mi pare del tutto evidente continuazione, è come i politici che quando arrivano a governare dicono "Eh ma è tutta colpa di quelli che c'erano prima" e continuano a dirlo pure dopo 10 anni che governano, è sempre così e lo fanno tutti. La Roma ha fatto intere sessioni di mercato soltanto grazie alle risorse che ti ha procurato Mourinho valorizzando giovani che non mi pare siano al Real Madrid in questo momento. Questa polemica su Calafiori non l'ho mai capita fino in fondo. Quando era a Roma, avevamo visto tutti che Calafiori era un giocatore interessante, mi piaceva quando si avvicinava all'area, aveva questi bei tiri da fuori, aveva una bella stecca. Ma poi si è sfasciato completamente e la società ha preso una decisione. Io credo che in molti si fossero convinti che lui fosse finito come calciatore. Se ceduto Calafiori, sei mesi dopo fosse esploso da un'altra parte, potrei capire la polemica, ma Calafiori ha attraversato un calvario, era dovuto andare a giocare in Svizzera, il non calcio, e pure lì aveva avuto delle difficoltà, dei malesseri. Poi è rinato come la Fenice e siamo contenti per lui, ma non è che la Roma ai tempi abbia fatto un'operazione dissennato, era un'operazione con un senso logico".