Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Su Dybala ho sempre pensato una cosa, cioè che porsi dei dubbi o delle domande su di lui fosse perfettamente lecito. Ne parlammo ai tempi in cui Totti fece quella battuta. E quindi è perfettamente lecito anche per i tifosi e per noi ragionare se conviene cederlo o non conviene cederlo. Quello che dico però è che, al di là di chi si sta muovendo per fare eventualmente questa operazione, perché anche a me sembra tanto una spinta della società più che del giocatore, è: ok, Dybala può essere discusso perché, lo sappiamo, ha una certa tenuta atletica e quello che vogliamo, oltretutto sta segnando poco, però prima di privarci di Dybala pensiamoci. Cioè Dybala resta l'unico fuoriclasse di questa squadra. Un fuoriclasse che sta rendendo al di sotto delle aspettative, che sta decidendo meno partite di quanto dovrebbe, su questo non c'è ombra di dubbio. Però resta l'unico giocatore, e lo ha detto pure Ranieri, che quando giochi con lui hai sempre quel qualcosa in più che non hai quando non gioca. Per me Dybala non è un tabù, puoi anche decidere di separarti da Dybala, solo che poi le domande sono due. La prima domanda è: al momento chi sostituisce Dybala? Ti vengono in mente Soulé e Baldanzi e io sinceramente tanto bene non mi sento, dico la verità. La seconda domanda è: ok, parte Dybala, nel mercato di gennaio vediamo di prendere un'alternativa di livello; ma voi ci credete che a gennaio la Roma trova un sostituto di Dybala di livello internazionale? Mi sembra molto molto molto difficile. Perciò dico: non è un tabù, ma prima di cederlo pensiamoci bene. Torniamo al momento del licenziamento di Mourinho. Arriva De Rossi e si alliscia i giocatoro, arriva Juric e si alliscia i giocatori, arriva Ranieri e si alliscia i giocatori: ma non è che tutti gli allenatori si rendono conto che questo è un gruppo fatto di gente che non ha personalità, per cui o lo allisci o c'è il rischio che ti mollino di botto, completamente, perché è gente che non che non c'ha proprio le batterie. Io mi sto facendo un po' l'idea che questi sono anche un po' costretti a non attaccare i giocatori più di tanto perché a questi non gli regge la pompa, proprio a livello caratteriale dico, non a livello fisico. Guardate Pellegrini: lui è uno che se gli dici parole salaci, troppo condite, va in depressione, si ammutolisce, in campo non struscia più un pallone. Ma come lui mi sembra che sia così anche per altri. Per esempio Zalewski è uno che quando è finito nell'occhio del ciclone è sparito, in campo sembrava più piccolo di quello che era. Se un allenatore va in diretta e dice "Questo qua e quello là, non avete gli attributi", questi è capace che mollano proprio del tutto e siamo rovinati".