Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Prima ancora di discutere di chi sarà o potrà essere il prossimo allenatore della Roma, il fatto che a me sembra più importante è che noi siamo partiti con Ranieri che era l'allenatore pro tempore, ma dirigente già in carica, una specie di presidente affiancatore di Friedkin, che decide tutto lui, e siamo passati, ma questo non perché noi abbiamo capito male oppure ci siamo rimbambiti, ma perché dopo le varie conferenza stampa dopo il mercato di gennaio lo scenario che c'è stato prospettato ha cambiato completamente, a un Ranieri che consiglia molto sommessamente e poi Friedkin dispone. Sono due situazioni completamente diverse. Questo mi porta a concludere due cose. La prima è che quando i Friedkin hanno scelto Ranieri, che noi amiamo e adoriamo, hanno preso il paracadute, hanno preso uno indiscutibile per la piazza, e Ranieri è indiscutibile, per tamponare una situazione raccapricciante. Hanno lisciato il pelo ai tifosi. Perché se tu fai passare il messaggio che questo comanderà lui, deciderà tutto lui eccetera e poi dopo qualche mese si scopre che non è vero, hai preso un po' in giro i tifosi, dal mio punto di vista. Questa è la prima conclusione. La seconda conclusione è che noi dobbiamo stare attenti a valutare in primis le dichiarazioni che fa ma poi anche gli atti concreti di Ranieri, stando attenti a non puntare troppo il dito contro di lui, perché abbiamo capito che le decisioni finali non sono le sue, che che lui avanzerà i suoi consigli, che questi consigli possono essere accettati ma anche non accettati. Quindi non cadiamo in tentazione di considerare Ranieri il responsabile principale di tutto quello che accadrà alla Roma nei prossimi mesi, perché non è così. Se quello è l'andazzo è un andazzo sbagliato. Se noi assecondiamo, se diamo retta a questa cosa, assecondiamo un'altra volta il modo di fare della società, che è un modo per arruffianarsi la piazza e non rispondere delle proprie responsabilità. Perché adesso è facile scaricare tutta la colpa su Ranieri. Gli vuoi scaricare tutte le responsabilità? Allora deve decidere tutto lui. Se decide lui mi sta bene che lui si prenda tutte le responsabilità. Se lui consiglia e basta, dopodiché tu fai di testa tua, il responsabile sei tu, non Ranieri. Se prendi Italiano e Sartori hai fatto il Bologna: ok, bene, bravo, bis, il Bologna è andato in Champions League, uno può anche ragionare così. Uno può anche dire la Roma ormai è caduta talmente in basso che aspirare a essere un Bologna o una Fiorentina già è tanto e allora se uno si mette in quest'ottica va bene tutto. Ma l'idea della Roma che ho, e può darsi che io sbagli di grosso perché ormai sto fuori dalla realtà, mi rendo conto che anche questo è possibile, è che la Roma deve aspirare ad altro. Italiano è un tecnico interessante non esprimo su di lui giudizi definitivi, perché comunque fa giocare bene le sue squadre, fa bel gioco d'attacco, tutto bene, ma fino adesso ha dimostrato di non essere un vincente, c'è poco da fare. Perché le possibilità di vincere ce le ha avute e se l'è anche costruite da solo con la sua bravura, ma poi all’atto pratico perde sempre. E, sinceramente, che dobbiamo fare: ci dobbiamo portare un altro perdente in casa? Noi abbiamo bisogno di gente che è abituata ad assaporare la vittoria. Una Conference vinta e un'Europa League quasi vinta l'abbiamo conseguite soltanto perché avevamo un vincente in panchina. Chi verrebbe accolto meglio dal pubblico tra Sarri e Italiano? Alla fine penso Italiano, perché secondo me l'aspettativa dei tifosi ormai è talmente bassa che è capace, io già me lo immagino, che con uno come Italiano comincia un po' di narrativa da parte dei giornali, un po' di fumo negli occhi eccetera e la gente lo può anche accogliere con un certo entusiasmo, non lo escludo proprio. Però non è il mondo che piace a me sinceramente. Ci siamo passati troppe volte: arriva uno come Italiano, che è oggettivamente bravo, attenzione, io non lo voglio criticare, lui è uno che le prepara bene le squadre, ma la tentazione di una società, siccome è sgamata è mettere un tecnico bravo, che sa lavorare con i giocatori anche di qualità non eccelse e così mi evito di fare un grande mercato. Così magari con pochi mezzi, giocatori buoni ma niente di eccezionale, magari fa come a Bologna. Italiano si presta molto di più ad un'operazione tecnico-mediatica, Sarri molto meno, anche perché Sarri già di suo già quando era giovane si prestava poco perché ha quel carattere che ha, è uno scorbutico, come immagine un disastro, per cui si presta molto meno. Invece su Italiano ci puoi costruire tante di quelle storie. E con la narrazione ci hai guadagnato due anni".