"Rischiamo una figuraccia mondiale". E' ciò che afferma Giovanni Malagò, in un'intervista rilasciata a Repubblica, in cui commenta la riforma del ministro dello Sport Andrea Abodi, che include la sostituzione della Covisoc con un’agenzia di controllo che sia sotto la gestione dello Stato e non più nella mani della FIGC. Il Presidente del Coni ha spiegato: "A prescindere dal fatto di sostanza, c'è un fatto di forma: il Coni ha letto quel documento su Repubblica e poi sulle agenzie. E la bozza l'ha ottenuta solo tramite la Figc, che l'aveva ricevuta poco prima dal ministro. Mi sarei aspettato quantomeno che venisse inviata anche a noi".
Malagò va allo scontro diretto con Abodi: "Ma prima di arrivare a questo punto, come si fa a parlare di autonomia se non c'è nemmeno il rispetto della forma? Questo è il buongiorno della storia". Il numero uno dello sport italiano ha proseguito: "Questa norma però non nasce per migliorare la situazione, ma per cambiare le regole del gioco. Leggo che ci saranno rettifiche, non so quanto significative. Parola questa, significative, che si presta a diverse interpretazioni".
Sulle conseguenze internazionali poi ha aggiunto: "Se Uefa e Fifa accetteranno serenamente questa ingerenza politica nel calcio italiano? Ho seri dubbi che questo discorso possa essere accettato dagli organismi sportivi internazionali. Quindi, quantomeno, prima di prendere qualsiasi posizione a livello normativo questo va verificato. Altrimenti si rischia la figuraccia mondiale e, purtroppo, i governi italiani non sono nuovi a situazioni del genere. In passato sono state sostenute delle posizioni che poi sono stati costretti a cambiare. Ci eravamo già passati".