Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Su Farioli, qualche settimana fa era uscita un'intervista su cui io personalmente avevo ironizzato, lui che fa l'allenatore con la filosofia, Platone, Aristotele eccetera. Farioli è il classico allenatore che se dovesse arrivare comincerebbe la narrativa un po' come a suo tempo è stato fatto con De Zerbi: le idee rivoluzionarie, le idee nuove, pure non parlare del campo e dei trofei. Per cui se si sentono fare questi nomi, senza nulla togliere alla bravura di Farioli, io comincio a essere terrorizzato. Al di là della figura di Farioli che magari ha caratteristiche un po' particolare, il tema è più generale. Cioè nel senso: si è parlato o non si è parlato del fatto che a Roma debba arrivare un allenatore top? Questo non è un allenatore top e non è neanche un allenatore medio-alto, è un emergente che deve ancora dimostrare tutto. Stiamo a poco più di De Rossi, non è che stiamo parlando chissà di che cosa. Allora se questi nomi circolano e sono fondati, sono preoccupato perché significa che noi abbiamo di fronte il solito progetto di qua e di là, è tutto un temporeggiare in attesa del nulla, perché poi alla fine non arriva niente. A parte che noi ne abbiamo le scatole piene dei progetti triennali, quinquennali, ogni anno parte un progetto triennale o quinquennale e stiamo fermi sempre allo stesso punto. Anzi, arretriamo, perché se guardiamo la classifica di quest'anno, andiamo arretrando sempre di più. Intanto il Napoli, a cui noi guardavamo con un'aria di sufficienza fino a qualche anno fa, ce l'ha messo in tasca, come si dice. Poi è chiaro che come corollario a questo discorso c'è quello del direttore sportivo: sono tutti segnali, tutti segnali brutti. Noi avevamo un po' riposto fiducia in Ranieri, io però comincio a temere che fra un po' pure Ranieri faccia Bye bye. Perché io di una cosa sola sono sicuro, ovvero che Ranieri non è uno che prende in giro i tifosi della Roma. Lui se ha detto determinate cose quando ha parlato coi Friedkin è perché era convinto di quello che i Friedkin gli avevano detto, ma se cambiano le cose Ranieri non ha nessun interesse né economico, né di immagine per andare rovinare le sue immagine per questo. Bisogna vedere chi all'interno della Roma crede in Rensch. Perché se ci crede Ranieri, allora io mi do un pizzico sulla pancia e dico "vabbè, vediamo questo giocatore", ma se ci crede Ghisolfi, io mi metto a ridere".