Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Io sono sempre stato abbastanza critico con Pellegrini per questioni di campo, però adesso che gli si debba accollare anche il mancato mercato della Roma, questo no, non mi sembra proprio una cosa giusta sinceramente. Io posso valutare che sia meglio che Pellegrini cambi aria, secondo me conviene alla Roma e conviene, tutti questi discorsi li abbiamo fatti in tante occasioni, però è chiaro che ognuno difende i propri interessi, io non posso prenderla con un giocatore perché magari rifiuta di andare qua o là, perché il giocatore deve pensare alla sua carriera, ai soldi che guadagna, questo fa parte del gioco, sono le regole del gioco. E queste regole del gioco le conosciamo tutti e le accettiamo tutti. Poi, se non riesci a piazzarlo, non puoi accollarglielo, perché lui fa il suo interesse, lui, il suo procuratore, eccetera. Secondo me paga sempre l'onestà in questi casi: avete cambiato strategia, avete cambiato prospettiva, avete detto prima una cosa e poi il contrario? Prendetene atto e o date una spiegazione plausibile o altrimenti la società deve tenersi le critiche, c'è poco da fare, ma accollarla a Pellegrini. La posizione dei Friedkin sullo stadio? Di conoscenza diretta io ho soltanto un elemento, cioè che circa un anno fa, quando noi davamo per scontato il fatto che il progetto fosse pronto e in arrivo, io ho avuto modo di constatare che il progetto era di là da venire. Tant'è vero che non è un mistero, lo posso dire pubblicamente, noi abbiamo organizzato come come Consiglio Nazionale degli ingegneri un convegno sull'impiantistica sportiva, dove sono venuti quelli della Juventus a raccontare lo Juventus Stadium, quelli di Cagliari, quelli di Firenze, Bologna, è venuta mezza Italia, mentre la Roma non ci è voluta venire, il progetto era quasi secretato e non si riusciva a capire niente di questo progetto. Quindi da questo punto di vista, almeno una decina di mesi fa c'era probabilmente un po' un ritardo da questo punto di vista della stessa società e adesso se ne ricomincia a parlare. Io voglio essere molto chiaro sul discorso degli stadi. Io credo di essere stato uno dei primi giornalisti in Italia ad approfondire le tematiche economiche legate allo sviluppo degli stadi, parliamo del 2010, quindi tanti anni fa, perciò nessuno meglio di me sa che lo stadio è necessario, che porta indotto economico e tutte le cose che sappiamo. Quello che a me dà fastidio è che quando non si riesce a raggiungere i risultati sportivi, guarda caso, sarà una coincidenza, ma si comincia a parlare di stadio. Allora l'esperienza ci insegna che quando si parla più del dovuto dello stadio è un po' di fumo negli occhi per deviare l'attenzione rispetto al campo Ecco, io faccio un invito a tutti: parliamo dello stadio, perché lo stadio ci vuole, è importante per tutti i motivi che si sanno, ma ricordiamoci sempre che quello che succede sul campo è la priorità assoluta, il progetto tecnico è la priorità assoluta. Adesso ci concentriamo tutti su queste due partite di Europa League che sono la cosa più importante, e speriamo di rimanerci dentro il più possibile. Però, quando sarà finita questa esperienza europea, io voglio sentir parlare di progetti tecnici, non voglio passare altri 6 mesi a parlare tutti i giorni di stadio. Perché sennò ricominciamo la stessa tiritera dell'altra volta e francamente diventa insopportabile. Se di tanto in tanto noi facciamo il punto sullo stadio, a che punto siamo, i lavori eccetera eccetera, passano 2 mesi, 3 mesi, uno fa il punto sullo stadio e se ne parla di tanto in tanto, va benissimo. L'importante è che non diventi l'argomento principale. Io veramente faccio un appello alla società da questo punto di vista, perché su questa cosa noi ci siamo già passati e poi abbiamo visto come è andata a finire, sono uscite pure le sentenze".