Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Io da sempre faccio parte della categoria degli iperrealisti, quindi se uno vuole essere realista, la qualificazione in Europa League è il massimo che puoi sperare di ottenere, questo mi sembra evidente. Anche perché gli altri non è che dormono, possono avere qualche battuta d'arresto ma poi si riprendono. La vittoria della Fiorentina a Cagliari non è che sia una cosa banale, è segno che la squadra è viva, ancora c'è e ti sta col fiato sul collo. L'Inter è stanca da un pezzo, in genere regge un tempo, poi sappiamo che Inzaghi non è un mago delle sostituzioni. Quindi a me viene da dire che a San Siro la partita te la puoi andare a giocare. Però francamente io ho anche in mente Roma-Verona e non mi è sembrato che la Roma stesse particolarmente in palla, non mi sembra che la Roma sia brillante da un paio di partite a questa parte. Tutti speriamo in una vittoria, ma se torniamo da San Siro con un pareggio io sono contento. Certo, è chiaro che arrivati a questo punto anche i pareggi possono essere distruttivi, perché basta che un avversario vinca ed ecco che ti stacca o ti supera. Ma nei finali di stagione è così, quando tu vieni da una serie infinita di risultati utili consecutivi perché hai dovuto fare una rimonta assurda, poi ci può stare che nel finale ti manchino delle energie mentali. Magari chi se l'è presa un po' più comoda prima può fare un rush finale. Per tutte queste considerazioni la classifica è un po' in bilico. Se perdi a San Siro, la prospettiva di non entrare nemmeno in Europa si materializza. Quindi dobbiamo incrociare le dita e sperare, perché per questa Roma qua la qualificazione in Europa League è il massimo risultato possibile. La Roma vale la classifica che ha. Da quando ci sono gli americani, prima Pallotta e adesso Friedkin, la Roma è andata progressivamente verso un declassamento. La Roma prima, bene o male, magari un anno lo poteva toppare, ma stava sempre al vertice, mentre adesso ci stanno altri. Prima dell'arrivo degli americani, la Roma aveva la leadership del calcio del Centro-Sud, almeno questo poteva dire. Adesso ti ha superato pure il Napoli. Questo è un dato di fatto. La cosa più allarmante è che la prospettiva non è rosea. Perché se io avessi di fronte una situazione con una società con dei programmi di altissimo profilo, allora direi "vabbè abbiamo passato 10-15 anni un po' di calo, ma adesso torniamo ai tempi degli anni 80 e di Sensi". Invece non si vede proprio l'uscita, mancano proprio le prospettive. Anno dopo anno ci occupiamo di cose sempre più piccole".