Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Su Ghisolfi che sta da una parte penso che non ci sia niente da meravigliarsi, è uno che è appena arrivato, pretendere che possa essere un deus ex machina come siamo abituati noi... mica è arrivato Marotta, è arrivato un onesto professionista dal calcio francese, abituato a fare delle operazioni di mercato, ma non stiamo parlando di un dirigente in grado di dettare legge. Su De Rossi, da un lato, in virtù del contratto ricco che ha firmato, qualche pizzico sulla pancia prima di parlare se lo dà, ci prova a farsi andare bene qualche situazione. Però al tempo stesso secondo me i Friedkin non si sono resi conto bene di chi si sono messi in casa, perché De Rossi è uno che ha un bel carattere e poi è uno ambizioso, per cui può darsi i pizzichi sulla pancia fino a un certo punto. Dall'esterno si percepisce che è uno che prima o poi può sbottare. La domanda è: come mai tutte queste discussioni? A un certo punto ci avevano raccontato che era tutto un idillio: arrivavano i giocatori, dicevano che li aveva scelti De Rossi. Invece l'altro giorno De Rossi ci ha detto che almeno tre giocatori che sono arrivati non li aveva mai visti giocare, quindi ha cominciato un po' a delimitare i limiti delle responsabilità. Il fatto che dopo la partita ci sia stata una discussione fa capire che tutta questa unità di vedute non c'è. Da un certo punto di vista può essere un vantaggio, perché tutta questa storia che va tutto bene ecc. e poi ogni anno finisci sesto, significa che non va tutto bene, quindi anche qualche scazzo iniziale può essere salutare. Però poi bisogna arrivare a una sintesi e io non so se ci si arriverà: io spero di sì, ma non ne sono sicuro. Il campionato francese ha una bella tradizione di difensori centrali di colore, è un tipo di calcio che produce abbastanza giocatori buoni in quel settore del campo. Danso è un giocatore che nonostante un'età abbastanza giovane ha già una discreta esperienza internazionale, è un buon acquisto. Ma l'arrivo di Danso significa che si giocherà a 3? Sarebbe una cosa che mi lascerebbe perplesso, perché siamo stati per mesi a dire che con De Rossi si sarebbe tornati a fare la difesa a 4 perché è il calcio che voleva fare e ora torniamo alla difesa a 3? Io ho l'impressione che ci si stia un po' rendendo conto che con la difesa a 4 e il centrocampo che si ritrova la Roma forse questo modo di fare calcio è insostenibile perché il centrocampo è troppo fragile. Non è facile preparare Juve-Roma per De Rossi, anche dal punto di vista psicologico: dall'altra parte c'è un tecnico emergente, che è in una fase più avanzata rispetto a De Rossi, perché pure Motta è uno che non ha cominciato a fare l'allenatore 20 anni fa, è alla prima grande occasione della carriera, butta in campo tre ragazzini e vince tranquillamente le partite, pare che gli vada tutto alla grande. Dall'altra parte invece De Rossi si vede in questo guazzabuglio di situazioni, con la squadra che non funziona, per cui non è per niente facile preparare una partita contro un avversario forte come la Juve. Forse un piccolo imbarazzo glielo leva questo infortunio di Le Fée, anche se ne avrebbe fatto volentieri a meno, perché a centrocampo deve usare più o meno sempre quelli che ha a disposizione. Complessivamente in due partite la Roma forse avrà concesso una decina di palle gol agli avversari, alla Juve quante gliene vuoi concedere? La Juve è una squadra che se le dai una palla gol te ne fa 2, non è come Cagliari ed Empoli che prima di farti un gol se ne mangiano 5. La partita è rischiosissima, se fossi De Rossi proverei a coprirmi un pochino di più, facendo un centrocampo con tre centrocampisti".