Antonio Felici di France Football è intervenuto a Te la do io Tokyo, la trasmissione ideata e condotta da Mario Corsi, in onda sui 92.7 di Tele Radio Stereo.
"Quando io avevo vent'anni e cominciavo a partecipare alle prime conferenza stampa, giustamente avendo 20 anni, essendo uno che girava quasi coi pantaloni corti, ero un po' intimidito in queste conferenze stampa, quindi difficilmente prendevo la parola, stavo lì e cercavo di studiare. E uno chi studiava? Studiava i colleghi più anziani, alcuni molto famosi, altri un po' meno ma comunque di lunga militanza giornalistica, che avevano due attributi grossi così. E guardando questi ti facevi anche un'idea di come fare le domande. Oggi invece un giovane collega che va alle conferenze stampa che esempi segue? Se la prima e la seconda domanda arriva da una televisione amica che ti dà i soldi e domande scomode non te ne fa... è cambiato tutto. Mancini cresciuto e più leader? Ha pure 28 anni, per cui nella vita si cresce, sia professionalmente che a livello personale. Lui oltretutto ha spiegato bene qual è stato il suo approccio, che è un approccio corretto. Lui dice: 'Io a fine stagione faccio il punto di come mi sono comportato durante la stagione, a suo tempo mi sono accorto che c'erano delle cose che sbagliavo e le ho corrette'. Ma questo fa parte di un normale processo di crescita di una persona prima di tutto, che di un calciatore. Lui lo porta avanti, buon per lui, nel caso specifico pure buon per la Roma però neanche a santificarlo per questo, è una cosa abbastanza normale. Chi preferirei tra Bilbao e Lazio in caso di passaggio del turno? Io Lazio, perché eviti una trasferta su un campo caldo, che può essere una cosa difficile anche perché il Bilbao sta facendo una bella stagione pure nella Liga quest'anno e quindi non è una squadra di scappati di casa. Quindi questa è la prima ragione. E poi perché io sinceramente non soffro troppo di psicosi da derby, secondo me il derby è sempre da auspicare, sarebbe a livello europeo, vai, lo vinci e basta".